pensoescrivo
Dicono che il cuore sia il muscolo più forte del nostro corpo e che siamo fatti per il 72% di acqua.
Mi chiedo forte in che senso? Mi chiedo anche se quella percentuale possa spiegare il perchè io nell’acqua mi senta a casa.
C’è un ragno davanti a me enorme e nero con le zampe lunghe. Cammina per uscire in giardino… no, ora si è fermato e credo mi stia guardando, credo mi stia temendo, ma non sa che io sto temendo lui. Un tempo credo lo avrei pestato, fosse solo per il ribrezzo, ma quando ero bambina l’ho fatto e ne sono usciti fuori tanti piccoli ragnetti, a cascate, credo portasse con sè delle uova. Da allora, quell’immagine non l’ho mai dimenticata, mi sono ripromessa di non farlo più. Ho ancora i brividi.
Vorrei avere tanti fiori colorati, vorrei fosse una di quelle giornate terse e calde di primavera e girare per le strade, fermarmi in un banco di fiori e sceglierli per portarmeli a casa. Odorarli e sorridere.
Invece è grigio fuori, non ho fiori, mi guardo le unghie – lunghe – mi do lo smalto e cerco di organizzarmi la giornata, per non sentirmi inutile.
A volte non so se quello che vivo sia già la mia vita, se le risposte che cerco non siano già davanti ai miei occhi. Mi chiedo se debba smettere di avere la tensione di trovare un senso alla mia vita, di costruirmi un futuro, avere finalmente un lavoro, perchè magari la mia vita è già questa. Pensare che io posso essere solo io, che i modelli altrui sono solo modelli, che non è detto appartengano necessariamente a me. Avere tensioni è utile, se le si può realizzare. Altrimenti, è solo frustrante.
Io so cosa vorrei per me. E tutto quello che vorrei è calore, amici, cose e cibo fatti con le mie mani, colori e musica.
Io non sono figlia del mio tempo.